Dopo avervi raccontato le 13 Chiocciole premiate dalla guida di Slow Wine, ecco cosa scrivono nello specifico in merito alle impressioni sui vini di Sicilia:
Andando nel dettaglio, ci è parsa un’annata minore per i Catarratto, non così profondi e verticali come vorremmo, con qualche eccezione per vigne più vecchie e produzioni limitate. In evidente ripresa e pieni di grinta i Grillo, quelli di costa in generale, o quelli realizzati a quote elevate. Per restare sul tema dei bianchi rileviamo un exploit, atteso e registrato nel tempo, dei vini delle isole minori.
Passando ai rossi, sono risultati succosi e golosi i Frappato, in evidente ripresa per fragranza e beva, rifuggendo dalla banalità. Lo stesso ma con passo ridotto possiamo affermare per i Cerasuolo di Vittoria, complice forse anche l’annata. Salto di livello generale per i vini rosa, varietali e niente affatto indecisi su ciò che vogliono essere. Meritano un capitolo a sé gli Etna. I Nerello assaggiati erano perlopiù del 2019, un’annata classica, e del 2018, millesimo in cui si è dovuta fare una stretta selezione sulle uve, elemento che ha fatto la differenza sulla qualità finale: hanno buon succo, tannini in levare e ridotta profondità espressiva a beneficio della beva.
Gli Etna bianco ci sono parsi in forma, tesi, verticali e stimolanti. È arrivata una conferma di carattere per i passiti, e sono risultati esaltanti i nostri Marsala, che ogni volta ci invitano al viaggio, mentre abbiamo visto un po’ timidi ma pieni di polpa i Nero d’Avola 2019 e 2020, in attesa di slancio. Meglio centrati e più a fuoco i vini bianchi macerati sulle bucce, nei quali il tratto distintivo lo abbiamo trovato nella sapidità e nello stimolo gastronomico.
Ed ecco tutte le bottiglie e le cantine segnalate.

