Vi dirò solo che li apprezzo, anzi li amo, per la mineralità iodata che con gli anni arriva all’idrocarburo (Pietramarina), per questa freschezza che ti schiaffeggia ma con i guanti, per l’ampiezza dei profumi e dei sapori dove ogni sorso, ogni annusata, valgono un nuovo calice, per una finezza assoluta, soprattutto sui Cru, perché non è la quantità che conta ma la qualità (e qui comunque le hai entrambe), perché, come dice Benanti, la strada per la qualità non conosce scorciatoie.
Sorgente: Benanti Winery. Uomo, vino, territorio. | Appunti di degustazione
L’ha ribloggato su la valigia di bacco.
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