Il Ben Ryé, al contrario, è una sfida di lunga durata all’eterna giovinezza. Quando Monica Larner di Wine Advocate, la rivista del guru Robert Parker, ha assaggiato le 22 annate di questo passito in un eno-tour a Pantelleria, ha spiegato che il Ben Ryé, con la sua «potenza psichedelica», è una delle ragioni per innamorarsi della Sicilia.
Del 2001 ha scritto: «Da knockout, il vertice della qualità in un vino da dessert, con le sue tonalità d’ambra e le delicate complessità» e il gusto di pesca, miele, mandorle tostate, arancia candita. Chi ha queste bottiglie può conservarle a lungo in cantina: secondo Larner, l’annata più vecchia, 1989, può essere bevuta almeno fino al 2026.
Per leggere l’intero racconto di Ferraro: Il passito siciliano che non invecchia mai | DiVini
Altri passiti (fra cui un altro vino di Sicilia) raccontati da Manuela Laiacona qui:
https://vinidisicilia.wordpress.com/2016/02/11/6-vini-passiti-che-dovreste-provare-agrodolce/
"Mi piace""Mi piace"
L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.
"Mi piace""Mi piace"